DEMENZA SENILE: sintomi e rimedi

Oggi dedichiamo tutta l’attenzione ai nostri anziani e alla demenza senile. Quando parliamo di anziani in genere facciamo sempre riferimento ai loro problemi motori e quanto un ausilio come un montascale potrebbe davvero aiutarli ad affrontare meglio le giornate.

Oggi invece la nostra attenzione è rivolta alla loro mente e quanto questa, con l’avanzamento dell’età, può subire dei danni, e quindi determinare nell’anziano una riduzione delle proprie capacità cognitive. Parliamo quindi della demenza senile, dei suoi sintomi e quali rimedi esistono al momento.

DEMENZA SENILE: COS’ È E COME RICONOSCERLA

La demenza senile è una vera e propria malattia neurodegenerativa dell’encefalo e determina una riduzione graduale e irreversibile delle facoltà cognitive. Quindi in parole povere cos’è? La demenza è quindi la conseguenza della morte dei neuroni presenti in alcune aree del cervello, come ad esempio, l’area della memoria, dell’attenzione e della coscienza.

Questa malattia non compare da un giorno con l’altro, ma è una malattia cronica che si aggrava con il tempo (più o meno velocemente), che porta però inesorabilmente alla perdita dell’autonomia e dell’autosufficienza nell’anziano. Facendo quindi insorgerà una disabilità e quindi una dipendenza dagli altri (scopri la figura del caregiver).

Con il passare degli anni, tutti noi, siamo soggetti a perdere un po’ di memoria, perdere un po’ la misura del tempo ecc… ma è del tutto fisiologico. Questi però diventano sintomi di una malattia quando la perdita delle proprie facoltà motorie e cognitive accelera di molto.

TIPOLOGIE DI DEMENZA

In Italia di stima che ci siamo circa 1 milione di anziani affetti da demenza e dato che la popolazione continua ad invecchiare, questo dato si stima in crescita nei prossimi anni. La demenza senile non si manifesta in un’unica tipologia ma esistono almeno 3 tipologie di malattie differenti:

  1. Il morbo di Alzheimer. Di certo la malattia più conosciuta che porta alla morte e degenerazione dei neuroni della corteccia cerebrale. Le conseguenze sono: alterazione della memoria, problemi di comunicazione, alterazione della personalità, stato di confusione, perdita dell’orientamento ed incapacità di ragionamento.
  2. La demenza vascolare (detta anche demenza ischemica). In questo caso avviene un’alterazione della circolazione sanguigna cerebrale, quindi il sangue non circola più bene nel cervello provocando quindi la morte delle cellule cerebrali presenti in quella zona.
  3. La demenza a corpi di Lewy. Il nome deriva proprio dall’insolita presenza, nelle cellule della corteccia cerebrale di aggregati proteici insolubili, chiamati appunto corpi di Lewy.

In ogni caso l’insorgere dei sintomi e della malattia, come detto poco fa, non è immediata ma è un progredire nel tempo. In linea generale si possono però a grandi linee individuare 3 stadi: stadio iniziale, stadio intermedio, stadio avanzato.

DEMENZA: COSA FARE E RIMEDI

Per prima cosa, quando un anziano è affetto da demenza, occorre proteggerlo da possibili traumi. Questo significa rivedere e adattare la sua abitazione, affinché possa essere sempre al sicuro. Ad esempio: eliminiamo tutti utensili pericolosi con cui potrebbe ferirsi, chiudiamo a chiave le porte che consento l’accesso ad ambienti non controllati e quindi pericoli ecc.. insomma facciamo un vero e proprio check a tutta la casa.

Altro aspetto importante è il giusto rispetto delle terapie prescritte dal medico. Controlliamo che effettivamente l’anziano segua nel modo corretto le indicazioni del medico, aiutandoci ad esempio scrivendo i dosaggi sul calendario, oppure utilizziamo i portapillole giornalieri.

Purtroppo ad oggi non esiste una cura per la demenza senile ma ci sono alcuni rimedi/accorgimenti che possono rallentare il progredire della malattia.

Il primo consiglio è mantenere un’attività fisica regolare (finché la malattia lo consenta). Una bella camminata quotidiana aiuta la circolazione sanguigna ma aiuta anche il benessere emotivo dell’anziano. Altro consiglio, durante la giornata, è quello di giocare facendo degli esercizi. Infatti, la Federazione Alzheimer, consiglia proprio 6 facili esercizi:

  1. Imparare ad utilizzare il computer, inviare email e imparare a navigare sul web
  2. Annotare su un quaderno per 10 minuti al giorno tutte le parole che iniziano con la lettera “A” e poi via via passare alle altre lettere
  3. Ripetere a 3 persone diverse una bella notizia, cercando di essere sempre più precisi, in modo da memorizzarla
  4. Giocare a scacchi, oppure a carte oppure ancora a sudoko … il cervello con questi giochi rimane allenato
  5. Evitiamo la routine. Ad esempio non facciamo la stessa strada durante le passeggiate. Il cervello in questo modo apprende sempre nuove abitudini
  6. Prima di addormentarsi ripensare a quello che si è fatto durante la giornata, cercando di ricordare anche i dettagli. In questo modo si ricostruisce la memoria a breve termine e la si posizione in quella a lungo termine.

Infine, oltre a fare questi semplici giochi, altri aiuti per rallentare la malattia sono la fisioterapia, la terapia occupazionale, la terapia comportamentale e la terapia del linguaggio. Ovviamente in tutti casi occorre che l’anziano sia seguito da un professionista.

Quanto detto fino a qui non è di certo una soluzione per guarire dalla demenza senile ma sono tutte azioni che portano ad una riduzione della sintomatologia e quindi ad un rallentamento del progredire della malattia.

CONSIGLI PER IL CAREGIVER

Il caregiver, la persona che si occupa dell’assistenza dell’anziano, che molto spesso è un familiare ma non è sempre detto, deve essere in grado di gestire anche questo tipo di malattia.

La miglior cosa che può fare per l’anziano malato è quella di stargli vicino e ovviamente proteggerlo da tutti i tipi di rischi possibili. In genere, soprattutto quando la malattia è ad uno stadio intermedio o avanzato, molto spesso gli anziani non si rendono conto di quanto gli accade intorno, per cui sono più esposti ai rischi.

Altro consiglio, evitare di fare paragoni con il passato, per non far insorgere nella persona malata un senso di impotenza. Evitare di sgridarla in caso di comportamenti sbagliati, perchè molto spesso l’anziano non capirebbe, per cui l’arma più importante per un caregiver è avere pazienza.

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