Sindrome del caregiver: cos’è, cause e tutele

Il caregiver, un lavoro duro, impegnativo, poco tutelato e che molto spesso può causare una vera e propria sindrome. Assistere un proprio familiare, può sembrare semplice, ma in realtà è un’attività che impegna la persona sia dal punto di vista fisico ma soprattutto dal punto vista mentale. Il carico di lavoro, in certi casi, diventa così pesante e stressante, che può portare addirittura allo sviluppo di una vera e propria malattia.

CAUSE CHE POSSONO SVILUPPARE LA SINDROME DEL CARGIVER

La causa da cui si può sviluppare questa sindrome è sicuramente la troppa responsabilità. Ricordiamo che un caregiver, che molto spesso è un familiare che si prende cura di un caro, nel corso della giornata non può permettersi pause ma non ha neanche vacanze, ne malattia. Questo però non è tutto.

C’è anche da considerare l’aspetto emotivo che va ad aggravare la situazione. Infatti il più delle volte non è una scelta accudire il proprio caro, ma una necessità. In più il fatto di non possedere competenze mediche idonee, in molte persone, amplificano il senso di frustrazione e di impotenza di fronte allo stato di malattia della persona cara.

Una delle cause più diffuse di questa sindrome è la gestione della demenza senile nelle persone assistite. Questa patologia infatti richiede un’attenzione maggiore da parte del caregiver, andando quindi ad un’ aumentare il carico di responsabilità sulle spalle del caregiver.

Questo è tutto il carico, fisico e psicologico, che un caregiver deve sopportare durante tutte le sue giornate. A lungo andare, anche le persone più forti, tenderanno ad affaticarsi ed accusare la situazione di malessere.

COME RICONOSCERE LA SINDROME DEL CAREGIVER

L’eccessivo stress e sforzo fisico, provocato dall’incessante attività di assistenza, a lungo andare può trasformarsi in una vera e propria malattia. Come accorgersi dell’insorgere di questa sindrome? Occorre prestare attenzione ad alcuni sintomi, che possono essere campanelli d’allarme di una situazione al limite, da cui occorre prendersi una pausa.

Insonnia, fatica, mancanza di appetito, sbalzi d’umore, cali di concentrazione, vuoti di memoria, stress, irritabilità, calo dell’autostima, ansia e senso di preoccupazione …. sono tutti segnali da non sottovalutare. Ma i segnali più forti e più seri, da assolutamente non prendere con leggerezza, sono l’ ipercoinvolgimento o il completo distacco del caregiver. Sono questi i 2 segnali più importanti, che portano la persona a vivere in completa funzione dell’assistito (annullando la propria persona) o al contrario svolgere i propri compiti in modo meccanico senza emotività.

COME DIFENDERSI DA QUESTA SINDROME

Prevenire è meglio che curare … è proprio vero ed è la soluzione migliore!

La prima cosa davvero importante da imparare è quella di trovare il giusto equilibrio tra la cura della propria persona e quella del proprio caro. Bisogna capire che è fondamentale che il caregiver sia il primo a stare bene, sia a livello fisico che a livello mentale, perché solo così potrà assistere nei migliori modi la persona con difficoltà.

Altro consiglio è quello di confrontarsi e parlare dei problemi con i propri parenti. Questo è fondamentale per ridurre il carico psicologico anche grazie alla possibilità di sfogarsi.

Un altro aiuto è l’attività fisica: questa è un’ottima valvola di sfogo dello stress e influenza positivamente il resto della giornata e delle attività.

Da non sottovalutare mai, l’aiuto di uno specialista, che consente di rafforzare e sostenere la sfera emotiva e psicologica migliorando così il benessere del caregiver.

Infine, sfruttare quando è possibile, il supporto anche tecnologico, per l’assistenza. Esistono sistemi di assistenza in remoto a domicilio e ausili per semplificare il movimento all’interno dell’abitazione, come ad esempio i montascale.

Insomma anche il caregiver ha bisogno di aiuto per poter assistere al meglio la persona con difficoltà, quindi è importante sapere sfruttare tutte le opportunità e le occasioni a disposizione.

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